Gieky giù per la scalinata

A fine estate del 1969 Giacomo aveva circa 2 mesi e i miei andarono al mare ad Alassio;
me lo ricordo un po’ per le foto e un po’ per gli svariati racconti che per anni mi perseguitarono nei sogni e nella vita reale e per il fatto che più d’una volta mi ritenni responsabile dell’accaduto.
Mia madre aveva messo Giacomo nella carrozzina blu notte, aveva grandi ruote bianche di gomma piena e lunghi raggi di metallo, era avvolto nella storica copertina di lana azzurra, che sarebbe poi diventata con l’altra di cotone, sempre di color azzurro, la sua copertina personale; esattamente come quella di Linus.
(la mia era quella di lana gialla a maglie grosse)
Avevo due anni e avevo sete, so che volevo insistentemente dell’acqua e tiravo la mano di mia madre per andare verso una fontanella, nell’altra mano mia madre teneva la carrozzina in bilico sulla ripida scalinata che stavamo percorrendo per arrivare alla spiaggia poco più sotto. Con un mio strattone, chissà come, mia madre perse la presa del manico della carrozzina che allontanandosi da lei, PTUM PTUM PTUM…rotolò inevitabilmente verso il basso,
in pochi silenziosi secondi, come accadde nel film “La corazzata Potemkym” o in “The Untochables” si consumò la tragedia.
La carrozzina imbizzarrita rovinò solitaria fino al termine delle scale dove rovesciandosi lanciò il suo tenero inerme carico, facendolo finire con la testa infilata nella sabbia.

Credo ci fu il panico, mi vedo mia madre gridare disperata un aiuto che sarebbe fortunatamente arrivato tramite mia zia Lalla che con un gesto felino riuscì a fatica a liberare le vie respiratorie di Giacomino che, solo dopo una respirazione bocca a bocca, da cianotico che era ricominciò finalmente a respirare.
Questo fu il secondo episodio dopo la nascita che vide coinvolta e messa a repentaglio la vita del mio fratello.


GmK