sabato 29 febbraio 2020
09:49
Fino a poco tempo fa mi scandalizzavo davanti all’ignoranza di alcuni “giovani”…(io sono un over 50, mio figlio mi prende bonariamente in giro chiamandomi, saltuariamente, vecchietto😁).
Ultimamente, vedi “la pupa e il secchione”…o le varie interviste a bruciapelo tipo iene o altro, si può assistere ad un tripudio di ignoranza o meglio di “non conoscenza” della quale si potrebbe disquisire per giorni, dando la colpa a chi capitasse a tiro, poi mi sono reso conto che non era giusto restare stupiti davanti a questo, a vent’anni, non si può sapere tutto ciò che gli altri si aspetterebbe ti se non in casi particolari. Ciò che sanno le persone più “mature” o che hanno scelto un percorso scolastico “consapevole” che vada oltre le scuole superiori sarà abissalmente differente da chi sceglie ( o non sceglie) un impegno che sia diverso da quello dello schermo del momento.
Poi, effettivamente, vedo sui media le irrisorie prospettive che questo paese offre a chi ha studiato e d’altro campo il martellare sui social del peggio sensazionalistico che aumenta espenenzialmente i click a favore degli imprenditori 2.0/1/2 ecc.
“La speranza muore senza prospettive offuscando la passione”, che in primis dovrebbe essere trasmessa dai genitori ma soprattutto dagli insegnanti, che dovrebbero essere invece dei “missionari illuminati”.
Invece tutto è ridotto all’osso. Stipendio in relazione al costo della vita e di ciò che viene definito e sentito come importante o indispensabile. Tutti guardano nel piatto del prossimo senza pensare a ciò che hanno a disposizione perdendo un sacco di energie per ottenere cose quantomeno superflue.
Ciò a discapito di cultura e voglia di conoscere. Mi viene in mente un esempio; senza una calcolatrice, chi non sa fare di conto sarà impossibilitato a trovare una soluzione, senza un motore di ricerca, se non si è studiato non si potrà sapere nulla e anche la ricerca richiede un minimo di applicazione.
I valori, oggi sono quelli che deviano da ciò che serve alle persone per essere….essere non per; avere.
Chi ha la fortuna innata (non indotta) di capirlo prima, può fare la differenza se non si arrende o sbraga strada facendo.
Chi fa teatro in particolare…ha il potere di trasmettere passione, sentimento, energia e forse se ricevuta da chi ascolta, non solo la risata o la lacrima, ma anche la scintilla del ragionamento critico e consapevole.
Tutto ciò nella speranza che la forza non si faccia traviare ne da Lucignolo ne dal” tanto non cambierà mai nulla”…che è ancora peggio.
Guglielmo Maria Klëy